Il resoconto delle ultime due gare parte da una considerazione: quanto poco dica il risultato finale, perché in entrambi i casi, i punti in classifica sono zero, ma ben di diverso spessore sono le prestazioni.
Domenica 16, in quel di Melzo, forse influenzati da un brutto episodio con un tifoso al tavolo, che in regalo, novella befana, porterà in dote tre giornate di squalifica al coach (a Napoli si direbbe cornuto e mazziato), i nostri eroi si perdono mostrando forse il peggior approccio ad una gara che si possa immaginare, le palle perse (rimesse dal fondo consegnate agli avversari, passaggi sbagliati o nel vuoto a vanificare possibili contropiede e avanti con tutte le immaginabili nefandezze), condizionano pesantemente la gara.
Le decisioni dell’arbitro non incidono più di tanto. Gli avversari si sono dimostrati più forti e maturi, la capacità e volontà di reazione dei nostri praticamente nulla.
Considerazione: s’impara di più da avversari capaci (forti) che da comodi sparring partner; non cogliere queste occasioni non fa crescere.
Passa una settimana, quasi. E’ Sabato 22, cambia il luogo -Milano Palestra Crespi – in panchina solo otto, un grazie a Diego che rinuncia a un più facile impegno per misurarsi con “quelli più grandi” rinunciando, magari, anche a qualche minuto di più in campo, ma per dare una mano in una situazione di difficoltà (infortuni, tesseramenti, “arresti domiciliari”, improrogabili impegni familiari).
In panchina otto atleti e un coach nuovo (si fa per dire: Paolo Re).
Opera si presenta con un sonante biglietto da visita, aver perso di soli 8 punti con la corrazzata Armani in un acceso confronto costato multe e squalifiche.
I nostri partono bene, troppo! In tribuna non ci si crede.
Il bello è che continuano: primo quarto 16 a 16; secondo quarto, tutti si aspettano il crollo, invece avanti, giocano tutti e giocano bene, sarà l’effetto Paolino, 18 a 13; nel terzo quarto si procede per altri tre/quattro minuti in controllo, poi gli ospiti chiedono Time out e ripartono con un zone press 2 -2- 1.
Qui la svolta: tre, quattro, cinque palle recuperate (perse) crisi di fiducia, scoramento. Ci si aspetta il crollo e invece i ragazzi stupiscono ancora e si riportano sotto, ribattendo colpo su colpo fino a giocarsi la partita al penultimo possesso (terzo e quarto: 10 a 18 e quarto 12 a 14)
Bravi, prestazione che fa ben sperare!
Ultima considerazione: tiri liberi 10 su 33 ( tradotto per chi non capisse 23 punti buttati).
Piero Nascimbene
Allenatore squadra Under15.