L’ottimo inizio di stagione della nostra squadra senior nel campionato di Serie D ha avuto innumerevoli protagonisti, alcuni che conosciamo già tempo, altri che abbiamo imparato ad apprezzare partita dopo partita.
Tra questi ultimi abbiamo voluto conoscere un po’ meglio Giovanni Melley, un ragazzo del 1998, cresciuto cestisticamente in Liguria che sta dando un contributo essenziale alla squadra, con oltre 8 punti e 8.5 rimbalzi a partita, anche se non necessariamente sempre sotto i riflettori.
Giovanni parlaci del tuo arrivo in Tumminelli, come ti trovi in questo gruppo? A parte Pietro Canti che già conoscevi c’è qualche compagno che ti ha colpito in particolare, con cui ti senti in maggiore sintonia?
L’arrivo in Tumminelli per me è stato stupendo, migliore di quanto mi aspettassi pensando alle mie precedenti esperienze. Mi ha colpito in particolare quanto il gruppo sia stato caloroso verso di me fin dal primo allenamento. La squadra è composta da ottimi giocatori che sono anche capaci di creare un spirito positivo e non riesco a dirti il nome di un giocatore che mi ha colpito più degli altri, ma se devo fare una citazione la dedico al nostro capitano Roby Sartorio, anche perché in questo periodo ha dovuto fermarsi e tutti lo stiamo aspettando di nuovo in campo al più presto.
L’inizio di stagione è stato molto buono, te lo aspettavi? Che obiettivi pensi possiate raggiungere in campionato? Come ti sembra il livello del campionato rispetto alle tue precedenti esperienze?
E’ vero l’inizio è stato buono, devo dire che non avevo idea di quale fosse il livello del campionato ma vedendo i primi allenamenti ho avuto subito un feeling positivo su questo gruppo. Pensando al paio di stagioni che ho fatto in serie C, in Lombardia e Liguria, questo mi sembra un buon campionato con buonissime squadre con cui ci siamo sfidati alla pari, prevalendo – sto incrociando le dita – il più delle volte. Stiamo dimostrando che il mix di vecchi e nuovi giocatori ha prodotto un roster giusto per questa categoria. Sugli obiettivi, non posso smentire capitan Roby e non posso che ribadire che il nostro deve essere quello della salvezza. Una volta raggiunta magari punteremo a qualcosa di più, ma meglio pensare ad un passo per volta.
A causa di alcuni cambi in corsa nel roster ti sei trovato spesso a coprire ruoli più vicino a canestro da 4 o 5 sacrificandoti in compiti molto utili ma meno appariscenti (a parte qualche spettacolare stoppata…) come ti trovi in questo ruolo?
Sono felice di contribuire alla squadra nel modo che è più utile, è vero mi riconosco in un ruolo un po più esterno ma ho giocato in passato come ala grande o addirittura nelle giovanili da centro, quindi qualcosina mi è rimasta dentro e riesco a gestirmela sotto canestro..
Da quanto tempo giochi a basket? Quando è scattato l’amore per questo sport?
Gioco a basket fin da piccolissimo, a 4-5 anni, poi ho avuto una parentesi nel calcio ottenendo anche qualche soddisfazione, ma alle scuole medie è rinato l’amore per il basket che non mi ha più abbandonato. C’è da dire che la pallacanestro è nel sangue della mia famiglia, mia mamma è stata giocatrice in serie A, mio papà giocava in C quando era ragazzo e anche mio fratello non è sfuggito a questa passione.
Segui il basket NBA o europeo? Sei tifoso di qualche squadra, ti ispiri a qualche giocatore?
Mi piace molto il basket NBA, sono un acceso tifoso dei Boston Celtics, e pensando al mio ruolo attuale devo dire che da ragazzo ammiravo grandi campioni come Kevin Garnett o Dennis Rodman. Oggi qualcuno in squadra mi ha paragonato a Draymond Green e devo dire che la cosa non mi dispiace affatto. Ma ad essere sincero il vero campione che mi faceva impazzire e mi ha fatto innamorare del basket è stato Allen Iverson.
Parlaci di te fuori dal campo di basket, che interessi hai, quali sono i tuoi progetti e sogni per il futuro?
Studio giurisprudenza, sono al terzo anno, mi piacerebbe una carriera da avvocato, un ruolo che spero di intraprendere in una grande organizzazione. Oltre alla pallacanestro ho altre passioni sportive. Nel calcio sono un super tifoso del Milan, alla faccia degli amici Pietro e Roberto malati interisti, e seguo parecchio anche il football americano.
Intorno alla vostra squadra si è creato un bel entusiasmo e ci sono molti ragazzi delle giovanili a sostenervi, che effetto vi fa?
E’ vero questo aspetto mi ha colpito molto, D’alonzo durante l’estate, quando ci eravamo sentiti, mi aveva parlato di tutto il seguito che si era creato intorno alla prima squadra. Avere tante persone a guardarti e a sostenerti è importante. Ci sono nostri supporter anche in trasferta e questa è una cosa molto bella. Per i bambini è importante ispirarsi a ragazzi più grandi e sognare di giocare in campionati importanti o magari prendere il loro posto nella squadra senior.
Tante squadre Under Tummi quest’anno hanno avuto un ottimo inizio, vincendo i loro gironi, forse anche grazie all’energia che la squadra senior ha trasmesso a tutta la Tumminelli , che consigli daresti a questi bambini e ragazzi per migliorare come giocatori?
Quello che posso consigliare ai ragazzi delle giovanili che stanno facendo bene grazie al loro impegno e di continuare a coltivare l’amore per il gioco, che è quello che ti spinge ad impegnarti e a migliorarti, e a puntare sempre al massimo risultato. Rimanendo innamorati del basket e vogliosi di vincere si vive al massimo la propria passione sportiva anche non diventando per forza campioni.
Grazie a tutta la Tumminelli e speriamo in un girone di ritorno ancora più bello, forza Tummi!