Questa sera, dopo l’ allenamento, commentavamo con coach Amedeo, che una vittoria , per quanto facile [dopo la doccia fredda dell’ esordio contro la fortissima Casalpusterlengo , e la dura battaglia persa in casa contro Ebro] è pur sempre una grande spinta per il morale dei ragazzi, che infatti, alla fine della partita si scambiavano “ high fives ” ed abbracci, commentando le loro prodezze sul referto finale.
Articolo di Giandomenico Ongaro
La partita non è mai stata aperta, anzi, era già chiusa dopo il primo quarto.
Così la mia attenzione, come quella del coach, si è focalizzata sulle esecuzioni individuali e di squadra, su quanto si è insegnato ed appreso in questi primi due mesi di lavoro in palestra, in logica continuità con quanto fatto di buono lo scorso anno per far crescere questo gruppo.
Abbiamo visto, a tratti, una buona difesa individuale e di squadra, anche se purtroppo, non con uguale intensità da parte di tutti, e anche rapidi cambiamenti di fronte con aperture e contropiede condotti con altruismo, conclusi con numerosi canestri facili in uno X zero.
Benino l’attacco contro la difesa schierata, grazie anche all’ apporto di due giovani 2003 da Tummy Centro, bravi a fare girare la palla e nella penetrazione.
Sul fronte opposto dobbiamo far notare ancora i troppi palleggi a testa bassa e le troppe palle perse , i troppi rimbalzi persi in difesa contro un unico “ grosso” degli avversari ( dov’è il taglia fuori ? ) unita alla mancanza cronica “della mano” e “del lato sinistro” nell’1X1; già, uno di voi ragazzi, col quale insisto particolarmente su questa necessità tecnica, alla fine del primo tempo mi ha detto: “coach, ora ti faccio vedere un canestro tutto con la mano sinistra “ , ed in realtà ha avuto almeno tre occasioni per mostrarmi questa prodezza, ma io sto ancora aspettando….. già! Un altro di voi ha fatto un’entrata di sinistro in contropiede, ma ha sbagliato il canestro ….
Grazie comunque per l’ impegno profuso e l’entusiasmo ritrovato, che fanno ben sperare, perché ora ci aspettano tre partite durissime sul cammino della qualificazione, e se vogliamo ben figurare, ricordatevelo, bisogna costruire partendo dalla difesa, con uguale intensità e “voglia” da parte di tutti e con quello che gli Yankies chiamano “killer instinct” di squadra, cioè la capacità di impedire agli avversari di fare ciò che vorrebbero in attacco, per poi rubare la palla e andare in contropiede …. Nostalgie di un navigato baskettaro !
Sempre e comunque, forza ragazzi, fateci sognare.