Nella pallacanestro, si tende a parlare di beffa quando si ripensa a sconfitte di un solo punto. Chi scrive pensa invece che la sconfitta degli U14 Lambrate a Cantù, nell’esordio alla fase Top, tutto sia fuorché una beffa. Trattasi, semmai, di una sconfitta cercata e meritata, per una serie di motivi.
La nostra partenza è caratterizzata da un maniera di stare in campo molto contratta, forse a causa dell’emozione per l’esordio in una seconda fase di buon livello e del prestigioso nome dell’avversaria, la Pallacanestro Cantù. Difensivamente soffriamo molto la rapidità e le abilità di uno contro uno dal palleggio dei nostri giovani avversari, mentre in attacco fatichiamo a esprimere gioco in campo aperto e siamo molto fermi a metà campo. Questo ci costa il 18-7 della prima pausa.
I primi tentativi di riavvicinamento arrivano nel secondo periodo, quando inizia a vedersi più corsa in attacco, che porta automaticamente alla realizzazione di punti in contropiede. In difesa iniziamo a fare qualcosa di meglio, ma i nostri avversari giocano un basket corale molto piacevole e iniziano a centrare il bersaglio anche dalla lunga distanza. Inseguiamo ancora: 33-26.
Le difficoltà, acuite dai problemi di falli di alcuni giocatori importanti, proseguono a inizio terzo quarto. I padroni di casa entrano nella nostra area troppo facilmente, mentre noi ci intestardiamo in azioni individuali. L’allungo canturino arriva fino al 43-31. Qui scatta qualcosa. Iniziamo a stringere gli spazi in difesa, riprendiamo a correre e sfruttiamo la nostra maggior fisicità. Grea, Perucconi e Zerini guidano una rimonta che, grazie a un tap-in proprio di Tommy a fil di sirena, ci porta all’ultimo intervallo sotto di un solo punto, 48-47.
Il quarto quarto ci vede ricucire i continui tentativi di allungo di Cantù, grazie alle buone iniziative di Baldo, Streri e Di Berardino. Fatichiamo contro il bravo numero 19 avversario, che fa canestro in tutte le maniere, ma rispondiamo con tenacia. Una difficile ma fruttuosa esecuzione da fuori del loro numero 3 e la precisione avversaria in lunetta ci mandano a meno tre sul 64-61. A sedici secondi dalla fine, in uscita dal timeout, la rimessa disegnata porta a un bell’assist di Streri per Zerini, che appoggia il canestro del meno uno con dieci secondi da giocare. La richiesta di fallo sistematico dalla panchina non è riportata sul campo – probabilmente per inesperienza in questo tipo di situazioni – e il tempo si esaurisce con la palla in mano a Cantù.
Una sconfitta meritata. Mai avanti nel punteggio e vittime di un inizio molto teso, non abbiamo messo in campo le nostre migliori qualità in maniera continua: la capacità di proteggere l’area in difesa e di giocare a ritmo alto nel flusso della corsa in attacco. Resta la sensazione positiva per la tenacia nel rientrare due volte da svantaggi in doppia cifra, qualità che ci contraddistingue da inizio stagione e da cui ripartire. Ora siamo chiamati a rimediare nella partita contro Excelsior Bergamo, spartiacque già fondamentale per la corsa a un posto nel tabellone finale.
Tabellini: Grea 12, Di Berardino 11, Baldo 9, Perucconi 9, Streri 8, Zerini 8, Brianza 4, Baldini 2, Fedeli, Garosci, Migliavacca, Villa