Le cinque giornate di Milano – Ultima parte
Anche se la storia dice il contrario, a nessuno di noi – istruttori e accompagnatori – passa minimamente per la testa che questo quinto ed ultimo giorno sia quello della liberazione (da questa banda di piccole-grandi pesti).
di Walter Marcolin
Questo mattino l’aspetto generale degli allenatori è degno del più orrido film sugli zombie: deambulazione rigida, occhio che fissa senza vedere, capacità dialettica modello Frankenstein. Bevanda più ambita un caffè doppio. Con primi segni di cedimento fisico per i meno giovani che però non ammetterebbero il fatto neppure sotto tortura.
Eppure in tutti noi si sta intrufolando la tristezza per dover abbandonare questa combriccola di ragazzi, talvolta un po’ viziati, molto rumorosi, in qualche caso (raro per fortuna) anche poco rispettosi, mammoni, ciascuno col proprio carattere in fase di formazione, ma capaci di trasmettere quel mix di innocenza, spontaneità, fragilità, dipendenza, riconoscenza ed affetto che ti prende il cuore. (Una volta qualcuno – forse Peter Pan – mi chiese: “Ma siamo veramente destinati a diventare come voi adulti?” Non ho risposto, ma nutro sempre la speranza/convinzione che ogni nuova generazione possa essere migliore della precedente, sempre che noi persone mature la si aiuti in questo).
Mattinata finalmente rilassante per i nostri atleti che si cimentano nelle prove di abilità cestistica per la festa finale della sera.
Pomeriggio dedicato a “Stratego”, gioco che anziché a tavolino si svolge all’aperto, nei vicini prati e boschi, sotto un cielo terso, con una brezza rivitalizzante. Giovani divisi in due fazioni opposte che si muovono sul territorio allo scopo di catturare il Generale avversario. Divertimento assicurato per tutti, purtroppo interrotto per un brutto incidente occorso a Leonardo, subito assistito, medicato e trasportato al Pronto Soccorso. Molto spavento, dolore e dispiacere per il ragazzo che avrebbe voluto partecipare alle gare serali, ma che ha dimostrato nella circostanza una invidiabile forza d’animo. Auguri di pronta guarigione!!!
Serata finale in palestra, con sfide di abilità tra gli atleti, divisi ovviamente per categoria, e premi per – quasi – tutti.
Domani ritorno a casa, con i nostri Prodi attesi da un meritato periodo di riposo, mentre gli istruttori in massima parte andranno a divertirsi con altre combriccole, baskettare e non.
Nota finale: il titolo preso (quasi) a prestito non è influenzato da alcuna matrice nazionalista o irredentista né tanto meno politica. I fatti e le parole sono di pura fantasia, etc. etc.. Non si sa mai!
Arrivederci al TummyCamp 2019!